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sabato 6 novembre 2010

Parola di Zorn

© John Zorn & Jamie Saft
"Ogni compositore ha delle radici culturali piantate in terreni differenti. Ultimamente penso a me stesso come ad un compositore classico che lavora con musicisti appartenenti ai tanti mondi di uno stesso universo musicale. Cos’è la mia musica? Non è un “genere”: non è il jazz, la classica, il rock. Ciò che sto facendo adesso è creare una nuova musica che incorpori elementi noti e inediti. Pensa a gruppi come Electric Masada o The Dreamers: ci sono richiami all’esperienza “Cobra” ed elementi di direzione d’orchestra tradizionali, basati sul coordinamento espressivo dell’insieme. Se allarghi la visuale a formazioni come Bar Kokhba l’intervallo di possibilità si amplia ulteriormente alla musica tradizionale ebraica, all’exotica, alla surf music. Dirigere una band in cui suonano artisti come Marc Ribot (chitarra) o Jamie Saft (tastiere) ti porta in un contesto che assomiglia molto al palco di un concerto rock. Queste fragranze sonore vengono bilanciate – a seconda dei momenti e delle performance - dal classicismo di musicisti come Mark Feldman (violino), Erik Friedlander (violoncello) o Uri Caine (pianoforte) dallo spirito aperto alle etnie musicali di strumentisti come Cyro Baptista (percussioni), Kenny Wollesen (vibrafono, percussioni) e Joey Baron (batteria). Nascono continuamente nuove strutture musicali dinamiche
John Zorn, 2009

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