Pages

martedì 16 novembre 2010

Masada Marathon iPod Concert - Considerazioni

"A tutti è dovuto il mattino. 
Ad alcuni è concessa la notte. 
Solo agli eletti è destinata la luce dell'aurora"
Emily Dickinson


"Masada Marathon, Book of Angels - iPod Concert @ Teatro Manzoni" ovvero tre ore e mezza di musica scritta da John Zorn ed eseguita/interpretata da 12 formazioni che, da anni, ruotano intorno alla figura di questo prolifico, organico e instancabile compositore/musicista newyorkese. L'importanza dell'evento (prima mondiale, presentata all'interno della rassegna "Aperitivo in Concerto", fuori abbonamento) sta in tre ingredienti basilari.


(1) 
In primo luogo la quantità: portare sul palcoscenico un ensemble così articolato è di per sè un fatto rilevante e, in quest'epoca segnata dall'accumulo caotico di informazioni e/o imposizioni, diventa essenziale per dare notorietà, per far girare la voce, per creare interesse, per destare i media. E soprattutto per giocare (seriamente, molto seriamente) a ribaltare le consuetudini, proprio come piace fare a Zorn: anziché proporre 12 concerti in 12 giorni lui organizza 12 mini-concerti nella stessa serata e, come hanno visto gli entusiasti spettatori del lungo concerto, ne cura tanto la realizzazione quanto la successione con dedizione quasi materna. Zorn non si è limitato a suonare in due gruppi (Masada Quartet e Electric Masada) e a dirigerne altri tre (Bar Kokhba, Dreamers, Masada String Trio), ha pure indossato i panni del roadie estemporaneo, sistemando o prelevando strumenti, aste e microfoni. Nel booklet del suo album "At the Rebbe's Table" (Tzadik, 2002) il funambolico chitarrista Tim Sparks scrisse che Zorn ha un "entusiasmo contagioso". Vederlo in azione - in tutti i sensi - lunedì 8 novembre è stata la conferma delle parole di Sparks.


"Quando il Masada Quartet era in piena attività facevamo concerti in continuazione. Così era nato un modo di dire scherzoso: 'Qual è stato il nostro concerto migliore? Il prossimo!' "
(John Zorn, 2009)


(2) 
In secondo luogo la qualità: l'eclettismo musicale dello Zorn autore può lasciare sconcertati ma la meticolosa attenzione dedicata ad ognuno dei progetti che immagina e concretizza porta a risultati non meno che eccellenti. Questo concerto è stato godibile e riuscito dalla prima nota all'ultima. La struttura prevedeva, per la maggior parte delle band, tre brani a testa. Tutti i gruppi in azione si sono distinti per energia, originalità ed efficacia. La vitalità esuberante del Masada Quartet (Zorn, Douglas, Cohen, Baron), l'austera magnificenza del Courvoisier/Feldman Duo, la nevrastenia viscerale e irrefrenabile di Medeski Martin & Wood, la trascinante euforia ritmica del Banquet of the Spirits di Cyro Baptista (con Marsella, Keiper e Blumenkrantz), le straordinarie acrobazie melodiche del quartetto vocale Mycale (Gottlieb, Koutsovitis, Schecter, Zarra), l'eleganza creativa del Bar Kokhba (Feldman, Friedlander, Ribot, Cohen, Baron, Baptista - direzione: Zorn), l'ammiccante fascino retrò dei Dreamers (Ribot, Saft, Wollesen, Dunn, Baron, Baptista - direzione: Zorn), il classicismo spurio di Erik Friedlander, il rigore post-moderno del New Klezmer Trio 
(Goldberg, Cohen, Wollesen), il melting pot marziale del Bester Quartet (Bester, Tyrala, Dyyak, Pospieszalski), l'interplay misurato del Masada String Trio (Feldman, Friedlander, Cohen - direzione: Zorn), l'esplosiva e dirompente potenza dell'Electric Masada (Zorn, Mori, Saft, Ribot, Dunn, Baron, Wollesen, Baptista). 
Massimo Comun Divisore: la musica (e la supervisione) di John Zorn.


"Non bisogna sempre sfidare la audience. A volte è opportuno sfidare i musicisti per coinvolgerli in ciò che si sta facendo. E questo è sempre stato l'aspetto più evidente del mio modus operandi. Io non mi limito a scrivere della musica, io scrivo pensando agli specifici musicisti. Desidero che siano totalmente assorbiti da ciò che dovranno suonare. Voglio che si sentano chiamati in causa perché se si annoiano allora anche la audience si annoierà. Voglio che siano all'apice, che si sentano sorpresi e deliziati. Voglio che si divertano. In definitiva è una questione di amore: se ci amiamo l'un l'altro e se amiamo quello che stiamo facendo, una parte del nostro amore finirà dritta nel cuore della audience
(John Zorn, 2009)


(3) 
Infine la focalizzazione: "Masada 2 - Book of Angels" è un progetto che unisce e affratella generi provenienti da ambiti spazio-temporali non contigui: tradizione ebraica ashkenazita e sefardita, free-jazz, exotica, surf, pop, classica contemporanea, lounge, rock'n'roll, post-bop. A dispetto di ciò si tratta di un raro (e riuscito) esperimento di coesione musicale. E ad esso è stato dedicata l'intera esibizione, vanificando dispersioni di qualsiasi tipo, come a dire: Volete i Naked City? Sperate masochisticamente in un'apparizione a sorpresa di Moonchild? Desiderate con ardore un'incursione del Crowley String Quartet? Be', questa sera è di scena il Book of Angels quindi mettetevi l'anima - angelica o demoniaca che sia - in pace.


"Mi ritengo un musicista classico che lavora con musicisti di ogni tipo. La mia musica non è classica, non è jazz, non è rock. E' un nuovo tipo di musica
(John Zorn, 2009)


Un plauso va all'efficiente organizzazione de "Aperitivo in Concerto", che ha il merito di aver realizzato un'impresa spericolata e necessaria al contempo, dando vita a una serata magnifica, unica in tutti i sensi. Il numero limitato di posti ha provocato parecchio scontento in chi non è riuscito a procurarsi i biglietti d'ingresso (che sono andati esauriti in tempi rapidissimi) ma - visti i costi enormi (e lo sforzo colossale sostenuto in prima persona da Zorn) - replicare la maratona per una o due serate aggiuntive è stato impossibile. Per ora.
Ciò che conta è che questo concerto ci sia stato e che Zorn (insieme ai musicisti che compongono il suo "inner circle") continui a essere in piena attività, quindi chissà che in futuro non ci sia un nuovo, spettacolare ritorno di "Masada Marathon"? 
Keep in touch.


"Music is the Best" 
(Frank Zappa, 1979)

Nessun commento:

Posta un commento