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venerdì 5 novembre 2010

Aspettando Masada 2 - iPod Concert [1]

La carriera di John Zorn inizia nel 1973 a Lower East Manhattan. I suoi esordi sono caratterizzzati da una forte spinta verso la ricerca, la sperimentazione e l'avanguardia. Compone partiture articolate e complesse che gli permettono di focalizzare l'attenzione sulla improvvisazione strutturata e sui cosiddetti game pieces, ovvero delle 'aree musicali' di libera espressione in cui ogni musicista agisce nel rispetto di un limite periferico, che puè essere ritmico, armonico, tonale o concettuale. Negli anni Ottanta avviene la prima sterzata verso una musica più fruibile con la realizzazione dell'album "The Big Gundown - John Zorn plays the music of Ennio Morricone", un'opera che nasce da un'intuizione di Yale Evelev, all’epoca direttore della promozione presso NMDS New Music Distribution Service (attualmente Evelev è il co-proprietario di Luaka Bop, etichetta per la quale hanno inciso musicisti come Davd Byrne, Zap Mama, Tom Zé, Os Mutantes), che propone al compositore newyorkese di immaginare la rilettura di una porzione dello sterminato repertorio Morriconiano. Zorn mette subito le mani avanti dicendo: “Non posso farlo. La musica di Ennio Morricone è troppo perfetta”. Poi cambia idea e, chiamate a raccolta le punte di diamante della cosiddetta 'downtown scene' newyorkese (qualche nome: Fred Frith, Anthony Coleman, Bobby Previte, Bill Frisell, Arto Lindsay, Tim Berne, Anton Fier, Wayne Horvitz, Ned Rothenberg, Melvin Gibbs, Robert Quine, Diamanda Galas, Big John Patton, Mochihiro Sato, Orvin Aquart, Vicky Bodner, Bob James, Christian Marclay) dà vita al progetto. Il risultato entusiasma la critica e il sofisticato pubblico americano: Zorn opera in modo chirurgico sul lavoro del celebre compositore italiano, innestando suggestioni e riferimenti musicali che spaziano nel tempo e nello spazio con attenzione meticolosa e intelligenza interpretativa inusuale. 
Non si tratta di delirio post-moderno ma di debita appropriazioneartistica, nel rispetto dei brani originali.Lo stesso Morricone esprime giudizi altamente positivi su questo straordinario lavoro. In seguito - a partire dal 1985/86 - Zorn riceve una serie di commesse per la realizzazione di colonne sonore. L'esperienza "Big Gundown" getterà le basi per la nascita dell'acclamato progetto "Naked City" (nelle cui prime esecuzioni in pubblico sono presenti brani di Morricone come "Erotico"). Nei primissimi anni Novanta Zorn farà la spola con il Giappone, immergendosi nella cultura nipponica e maturando successivamente il desiderio di 'tornare a casa', ovvero ristabilirsi nella sua New York e ripercorrere la tradizione - musicale e spirituale - ebraica. Questa riscoperta delle proprie radici darà vita al progetto MASADA (ovvero: musica ashkenazi + musica sefardita + free jazz + improvvisazione empatica fortemente strutturata) e, a seguire, al progetto MASADA 2 - Book of Angels che arriva a Milano in tutta la propria magnificenza lunedì 8 novembre, alle ore 21:00, presso il Teatro Manzoni. La denominazione "Book of Angels" riferisce in realtà agli angeli caduti. Stando agli esperti di angelologia e di demonologia, quando un angelo cade sulla Terra diventa un genio, quando cade negli inferi diventa un diavolo. Questi ultimi sono i 'titolari' degli album (sedici a tutt'oggi) della serie "Book of Angels" che disegna la gerarchia delle legioni militari infernali: Astaroth, Asmodeus, Ipos, Xabaras, Malphas, Azazel, Orobas e una serie di altre inquietanti personalità infernali prestano il loro nome ai dischi di Masada 2 (ne sono usciti 16 sino ad oggi). 
Nell'universo musicale di "Masada 2 - Book of Angels" il dinamico Zorn ha trascinato una nutrita serie di straordinari musicisti come Marc Ribot, Jamie Saft, Erik Friedlander, John Medeski, Jaroslaw Bester, Ben Goldberg, Cyri Baptista, Sylvie Courvoisier. Lunedì 8 novembre saranno tutti a Milano, sul palco del Manzoni. Ogni band (12 in totale) avrà a disposizione una ventina di minuti per dare vita a una porzione del songbook "Masada 2", sotto l'occhio vigile e instancabile di John Zorn.

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