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martedì 7 dicembre 2010

Intervista a Travis Sullivan / Bjorkestra [prima parte]

© Travis Sullivan

Milano, 5 dicembre 2010
Il progetto Bjorkestra nacque nella mente del sassofonista Travis Sullivan nel 1998. L’idea iniziale fu quella di rileggere in chiave jazz il brano “Hyperballad” di Bjork. Un modo come un altro per lavorare con la musica. Sullivan mandava avanti la propria carriera solista e, contemporaneamente, studiava arrangiamento. Continuò a lavorare su “Hyperballad” nei ritagli di tempo. La sua versione di questa canzone vide finalmente la luce nel 2002. Sullivan si accorse di averci preso gusto e decise di lavorare a una nuova incursione nel mondo di Bjork: scelse il brano “Alarm Call”. Chiese un parere all’amico Sean Nowell (sax tenore, da sempre con Bjorkestra) che gli disse: “Hey man, questa è una grande idea! Dovresti cominciare a pensare di mettere in piedi una big band che suoni solo la musica di Bjork!’ “. L’idea affascinò Sullivan che decise di dare forma a una band concentrata sul repertorio di Bjork: “Il modo in cui io concettualizzai la questione fu quello di arrivare a una decisione: creare un ciclo di brani, arrangiati per voce e big band” racconta Sullivan e aggiunge: “ Un ciclo basato sulle canzoni di Bjork. Il progetto aveva preso vita e con questi presupposti il resto del lavoro si sviluppò in modo adeguato”.
© Bjork (colori Ferrania)


Come ti organizzasti per creare la tua big band dedicata al repertorio di Bjork?
“Partendo da una domanda semplice e inequivocabile: di cosa ho bisogno per dare vita a un progetto musicale davvero interessante? E mi riferisco sia alla band che ai brani da arrangiare e suonare. Dopo ‘Hyperballad’ in versione jazz e ‘Alarm Call’, nella quale avevo evidenziato certi toni gospel, scelsi ‘Human Behaviour’ che portai vicino al raggae. Prese forma l’idea di realizzare un arrangiamento diverso per ognuno dei brani che sarebbero entrati nel repertorio di Bjorkestra. Quando debuttammo al Knitting Factory di New York, nel 2004, avevamo dieci brani di Bjork, arrangiati da me. Oggi, a sei anni di distanza dal nostro primo concerto, ci sono altri dieci pezzi in più. A questo punto mi chiedo: musicalmente parlando che cosa ho dimenticato? Cosa è possibile fare o aggiungere? Cosa può sorprendermi ora?”


Data una struttura come quella che caratterizza i tuoi arrangiamenti, gli aspetti sorprendenti sono legati ai momenti di improvvisazione, soprattutto dal vivo, non credi?
“Molti brani danno ampio spazio all’improvvisazione. L’aspetto fondamentale, quello che fa stare in piedi tutta l’impalcatura, è fornire un contesto per ogni improvvisazione. Con brani come quelli di Bjork arrangiati per big band l’improvvisazione diventa parte dell’orchestrazione”.


(continua)

2 commenti:

  1. Grande performance,emozionante con così tanti bravi musicisti...spero di vederli nuovamente in Italia in formazione completa,
    grazie!!
    Paola Di Pietro

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  2. Amazing performance of Bjorkestra, great musicians, great and powerful ensemble!
    Rino Garzia

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