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mercoledì 20 ottobre 2010

Aspettando Charlie Haden [1]

Nel curriculum vitae del contrabbassista statunitense Charlie Haden (nato a Shenandoah, Iowa, il 6 agosto 1937) figurano nomi leggendari: Ornette Coleman, Art Pepper, Paul Motian, Dewey Redman, Carla Bley, Ginger Baker, Pat Metheny. Sarà il Quartet West (Charlie Haden al contrabbasso, Ernie Watts al sax tenore, Allan Broadbent al pianoforte, Rodney Green alla batteria) ad inaugurare la 26esima stagione de "Aperitivo in Concerto", domenica 31 ottobre alle 11:00, presso il Teatro Manzoni di Milano. È impossibile riassumere in poche righe la carriera e le peculiarità di un musicista così longevo e inventivo, il cui esordio professionale nel mondo della musica risale al lontano 1939, quando iniziò ad accompagnare come cantante i suoi genitori che si esibivano suonando pezzi country e folk. Haden viene unanimemente indicato come uno dei protagonisti della musica di improvvisazione degli ultimi cinquanta anni. È davvero così e il suo talento poggia su una qualità al contempo rara e fondamentale: saper ascoltare. In un'intervista apparsa su "L.A. Weekly" agli inizi degli anni Novanta, Haden disse al giornalista Greg Burk: "Sono sempre stato un idealista. Sono certo che in ogni esere umano nato sul pianeta Terra ci sia la capacità di provare sentimenti intensi. Credo che questi sentimenti siano soffocati o annientati dall'ambiente, dal sistema in cui viviamo. E sono profondamente convinto che ogni essere umano abbia l'intero universo dentro di sè, dalla notte dei tempi. Ognuno custodisce la voce dell'universo e il musicista deve trovare la propria voce interiore per poterla comunicare all'esterno attraverso la musica. La prima cosa da fare è partire in assoluto silenzio e mettersi in condizione di percepire anche la più piccola frazione o sfumatura che viene da dentro e migra verso l'esterno. Non è importante lo strumento: sassofono, tromba, chitarra o contrabbasso. È fondamentale essere in grado di ascoltare la profondità di ciò che sentiamo: le sfumature, le tramature, i respiri, i timbri, i toni. Una volta ascoltato tutto ciò che c'è da ascoltare allora si potrà iniziare a fare musica con il giusto rispetto, come quando si entra in un luogo sacro. 
Ogni giorno metteremo in pratica ciò cha abbiamo 
imparato attraverso l'umiltà".

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